Correva l’anno 1930 e l’orologeria assisteva ad uno dei punti di svolta più significativi della sua storia: gli orologi da tasca si trasformavano in orologi da polso. Sebbene dal punto di vista di oggi, questa può apparire un’evoluzione naturale per il settore, all’epoca essa costituì una vera e propria rivoluzione.

Con la loro nuova ergonomia, gli orologi da polso offrivano maggiore libertà e nuovi utilizzi che, a loro volta, hanno dato origine a nuove funzioni.

Questo ha segnato l’inizio della realizzazione di orologi professionali, progettati per soddisfare le esigenze dei clienti. Gli orologiai si trovarono quindi di fronte a una moltitudine di nuovi vincoli. I movimenti che avevano prodotto, dovevano essere più precisi, le loro dimensioni ridotte e, sempre per via dello sviluppo in continua evoluzione, l’acciaio, che stava godendo di un vero boom in quegli anni, divenne uno dei materiali preferiti dalle case orologiere, grazie, soprattutto, ai molti vantaggi offerti dalle sue proprietà meccaniche e dalla sua resistenza.

Nessun altro brand è in grado di rappresentare meglio di BOVET 1822, questo decennio transitorio, che omaggia il periodo storico con un’intera collezione ispirata ai codici estetici di un segnatempo denominato “cavalletto” (foto sotto), prodotto dal marchio negli anni ’30.

La collezione 19THIRTY prende in prestito da questo segnatempo numeri e lancette, combinandoli con un’estetica essenziale, mettendo così in risalto le prestazioni cronometriche e le finiture dell’alta orologeria di ciascun orologio.

La collezione è caratterizzata da due casse distinte: Fleurier, la cui corona e l’arco incernierato a ore 12 ricordano le origini di BOVET e, la più tradizionale custodia DIMIER, con le sue quattro anse e una corona posizionata alle ore 3.

19Thirty Fleurier

La cassa è realizzata in acciaio inossidabile e misura 42 mm piuttosto sottile, solo 9,5 mm nonostante la sorprendente riserva di carica di 7 giorni.

Poi arriva il quadrante anche se il vero volto del Bovet 19Thirty è in realtà il retro dove possiamo ammirare il movimento.

Sulla parte superiore vengono applicati due sub-quadranti: uno visualizza l’ora e l’altro visualizza i secondi. I due sub-quadranti sono realizzati in metallo solido e poi rivestiti con una vernice leggermente traslucida che rivela un sottile pattern concentrico spazzolato, delicato e raffinato.

Il resto del quadrante è composto dalla piastra principale del movimento, che è rifinita con un Cotes de Genève circolare. Su questa piastra principale, possiamo vedere due aperture: una, a ore 12, rivela una parte della canna, l’altra a ore 6 include un indicatore di riserva di carica.

Questo quadrante è inciso con iscrizioni piuttosto strane, in qualche modo poetiche e scritte in francese antico: “Faictes de mains de maistres” (“Fatto dalle mani dei maestri”) e “Pour servir ponctuels gentilshommes” (“Servire i gentiluomini puntuali”).

Si noti inoltre che questo orologio non è “Swiss Made” ma “Swiss Handcrafted”. Magari possono sembrare solo dettagli, ma rivelano lo spirito del marchio e, queste affermazioni, sono del tutto appropriate, considerando il livello di finitura della cassa e del quadrante.

Girando l’orologio possiamo ammirare il Calibro 15BM04, un movimento a carica manuale con ben 7 giorni di riserva di carica, il che è davvero impressionante considerando che il Bovet 19Thirty ha solo un bariletto.

Questo movimento è piacevole da guardare, in primis perché riempie interamente la cassa, poi perché la finitura è sorprendente: angoli smussati e ponti lucidati, graining circolare sulla piastra principale, Cotes de Genève e viti azzurrate, il tutto interamente progettato e realizzato nei laboratori di Bovet.

Disponibile in varie tonalità di quadrante, al prezzo di circa 17.000 EURO.