Pochi marchi nel mondo dell’orologeria sanno suscitare emozioni e sensazioni così contrastanti come accade per Richard Mille. C’è chi lo ama alla follia ed è disposto a spendere cifre da capogiro per indossare l’ultimo RM 27 Rafa Nadal, e c’è chi fatica persino a considerarli parte della cosiddetta “Haute Horlogerie”.
Mi sono chiesto più volte il perché ci sia una così forte divergenza di opinioni intorno a questo brand e sono giunto alla conclusione che vi sia una sostanziale mancanza di conoscenza di base e di comprensione del prodotto Richard Mille. Capire e comprendere a fondo un RM qualunque non è per nulla semplice perché nasce secondo criteri di progettazione profondamente diversi rispetto alla prassi dell’alta orologeria canonica.

(KEYSTONE/Valentin Flauraud)
Se Vacheron Constantin o Patek Philippe, per esempio, concepiscono i loro orologi attraverso la ricerca della bellezza più tradizionale, Richard Mille progetta seguendo una logica orientata ad un obiettivo preciso, come la possibilità di utilizzo durante una gara di formula 1, durante una partita di tennis o di golf. Il concept, lo scopo, definisce infatti i componenti che caratterizzano l’orologio. Ogni dettaglio è ottimizzato, estremizzato e nulla viene lasciato al caso.
Richard Mille, quindi, non è principalmente l’orologio tempestato di diamanti che capita di vedere indossato da ricche personalità del mondo social, ma è un prodotto complesso frutto di anni di ricerca ed innovazione, figlio della voglia del suo fondatore, monsieur Richard Mille, di superare i limiti dell’orologeria stessa e di definire nuovi standard. La caratteristica principale di questi orologi non si riduce alla mera bellezza o alla loro preziosità, ma alla tecnica che ne ha veicolato l’intero sviluppo e, a discrezione dell’acquirente, l’utilizzo.
Quanto scritto sopra risultò evidente sin dai primi modelli del brand (ovvero l’RM-001, l’RM-002 e l’RM-003), i quali di discostarono immediatamente dal concetto di orologio di lusso a cui si era abituati a pensare, creando un forte momento di rottura.
RM-001, l’orologio che ha rivoluzionato l’orologeria
L’RM-001 è stato il primo prototipo presentato da Richard Mille, nell’ormai lontano 2001. Tourbillon a carica manuale, questo orologio è stato progettato con lo scopo di essere utilizzato nella vita di tutti i giorni e per accompagnare il suo possessore in qualunque tipo di attività senza esserne danneggiato.

Leggenda vuole che per dimostrare la validità di questo prodotto davanti a potenziali clienti e retailers, Richard lanciò l’RM-001 che portava al polso facendolo cadere e dimostrando che il meccanismo non era stato minimamente interessato dallo shock e dall’impatto subito.
La grande resistenza dimostrata venne raggiunta grazie all’adozione di soluzioni alquanto particolari ed innovative da parte di Renaud & Papi, famosissima azienda di proprietà Audermars Piguet, che tutt’ora collabora con RM allo sviluppo delle meccaniche.
L’utilizzo di shock absorbers nei punti di ancoraggio del calibro alla platina unito ad un design dei ponti del Tourbillon, ispirato al mondo della Formula1, tale da permettere lo smorzamento delle vibrazioni trasmesse al Tourbillon stesso permise di raggiungere una resistenza mai vista prima per qualunque altro orologio di pari finitura e livello tecnico.
La possibilità di utilizzare un oggetto così complicato in maniera disinteressata insieme ad un design accattivante ed incredibilmente moderno hanno, poi, decretato il successo di questo modello e dato l’occassione al marchio di portare avanti la sua filosofia.
RM-002, una fuoriserie a portata di polso
Dopo soli 17 esemplari, l’RM-001 lasciò il posto all’RM-002 (2002). Quest’ultimo diventerà il vero e proprio laboratorio con cui Richard insieme a Renaud & Papi sperimenteranno diverse innovazioni.

È infatti con l’RM-002 che verrà introdotto per la prima volta nella storia dell’orologeria l’utilizzo di una platina in titanio (2002), materiale estremamente difficile da lavorare e facilmente danneggiabile quando ricoperto tramite tecnica PVD (Physical Vapour Deposition), e, successivamente, in nano-fibra di carbonio (2005), introducendo così i materiali compositi nel settore. Le novità non finirono qui.
In un qualunque orologio meccanico (automatico o manuale che sia) l’azione del caricare la molla del bariletto è particolarmente stressante per alcuni componenti e potenzialmente critica in caso di un sovraccarico della molla stessa. R&P introdusse così una frizione che disconnette il movimento dal perno di carica, ad ore 4 è infatti presente un selettore che mostra la funzione attiva sulla corona (H à Hours, N à Neutral, W à Winding).

RM-003, un’evoluzione inarrestabile
Il processo di sviluppo di questa prima collezione di RM culmina con l’RM-003, modello che introduce la prima vera complicazione aggiuntiva rispetto al Tourbillon, la riserva di carica e l’indicatore di coppia già presenti sui precedenti modelli, ovvero un secondo fuso orario.

Esso viene indicato attraverso un disco di zaffiro, sospeso e montato concentricamente rispetto alle sfere, il cui secondo orario è visualizzato tramite una piccola finestra a contrasto con il quadrante che permette al numero colorato di nero di risaltare. L’orologio è evidentemente progettato per chi viaggia. Richard Mille si rivelò pioniere anche nell’utilizzo dello zaffiro all’interno dei movimenti, pratica oggi utilizzata da diversi marchi, tra cui Cartier con il suo Mysterious Tourbillon.
Come avete potuto vedere da questi pochi esempi, la reale comprensione di oggetti così complicati e tecnologicamente avanzati non è affatto semplice e richiede conoscenze tecniche trasversali, spaziando dalle lavorazioni meccaniche all’ingegneria dei materiali. Anche se non si è in possesso di questa padronanza tecnica, bisogna riconoscere l’audacia e l’idea avuta da Richard nel lanciare su mercato un prodotto realmente diverso e innovativo rispetto alla concorrenza. È stato capace di creare un nuovo segmento di mercato all’interno dell’altissima orologeria di lusso, chapeau Richard !
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