Baselworld é stato posticipato al 2021 e la manifattura Patek Philippe, così come tante altre, ha smesso di produrre, con una ripresa dei lavori a data da destinarsi. La sede centrale di Patek e gli uffici di distribuzione nel paese e non, sono chiusi, così come chiuse sono le porte di quasi tutti i partner al dettaglio. Non solo la produzione, ma anche la distribuzione ha subito un brusco arresto.
In tali circostanze, il lancio e la successiva vendita di nuove collezioni aggiungerebbe semplicemente ulteriore tensione e non gioverebbe ai rivenditori autorizzati Patek Philippe, i quali senza la presentazione di una nuova gamma di segnatempo, non dovranno impegnare denaro prezioso per l’acquisto di nuove collezioni. Questo dimostra come Patek Philippe si prenda cura e apprezzi le esigenze dei suoi partner che, in un momento delicato come questo, si sono visti anche allentati i termini di pagamento delle fatture.
Alla fine dei conti, un anno senza nuovi orologi non è poi così drammatico ai fini del commercio, in quanto il lancio di nuovi segnatempo, rappresenta generalmente, solo il 15% delle vendite annuali di un brand. Nonostante il lancio di nuove collezioni sia molto importante, perché in grado di generare entusiasmo tra rivenditori e clienti, è stato saggio da parte di Patek Philippe posticipare il tutto al prossimo anno. Strategia che, vista la condizione preoccupante sul fronte della salute a livello globale, ma anche tenendo conto della situazione economico-finanziaria, altri brand come Rolex e Audemars Piguet, presto seguiranno.
Magari le tre maison orologiere a ripresa attività produttiva, potrebbero orientare le loro risorse nella produzione dei modelli più venduti e desiderati, che sarebbe di grande aiuto per i rivenditori in termini di fatturato e, solleverebbe, in parte, lo spirito dei collezionisti che da anni riempiono le liste di attesa per questi orologi iconici.
Fonte:Watchpro.com
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