Résonance è un termine che per noi amanti di orologeria evoca orologi meravigliosi, per lo più raffinate creazioni meccaniche e stilistiche portate alla luce da quel genio che porta il nome François-Paul Journe .

Ma cosa vuol dire Résonance, o Risonanza per noi italiani? E’ un termine legato esclusivamente al marketing, oppure trova una sua ragione concreta, mirata alla ricerca delle migliori prestazioni di un orologio meccanico?Partiamo dalla definizione di questo fenomeno:
La risonanza è una condizione fisica che si verifica quando un sistema oscillante forzato, viene sottoposto a sollecitazione periodica di frequenza pari all’oscillazione propria del sistema stesso.
Il primo a studiare questo fenomeno nel 17esimo secolo fu l’ olandese Christian Huygens, matematico, fisico, orologiaio e autore di uno dei più importanti libri scientifici di quel periodo, l’ Horologium Oscillatorium. A lui si deve l’invenzione dell’orologio a pendolo nel 1656, costruito per l’orologiaio Salomon Coster e ispirato dagli studi di Galileo Galilei iniziati nel 1602, il primo a intuire la proprietà che rende il pendolo un grande segnatempo: l’isocronismo. Nel febbraio 1665 Huygens fece una scoperta: due orologi a pendolo appesi a una trave di legno comune supportata da due sedie ha dimostrato uno strano fenomeno: i pendoli ruotano in direzione opposta, mantenendo un identico periodo di oscillazioni l’uno rispetto all’altro.
A mettere in pratica questo principio fu l’orologiaio francese Antide Janvier che ebbe l’idea di costruire due movimenti completi, con due scappamenti, collocati uno accanto all’altro e sospesi a una struttura comune protetta dall’esterno; rimediando dunque alle possibili interferenze generate dalle vibrazioni della massa del pendolo, che avrebbero potuto condurre all’arresto del pendolo stesso. Intorno al 1780 costruì tre regolatori di precisione a risonanza, uno di questi è esposto al Montres Journe SA Museum.

L’ingegnoso orologiaio francese tuttavia non era altrettanto abile nella gestione delle sue finanze tanto che fu costretto a vendere, oltre ai suoi beni, anche le attrezzature di lavoro, i suoi movimenti, i libri e i disegni tecnici dei suoi capolavori nientemeno che ad Abraham Louis Breguet.
E fu proprio quest’ultimo a vendere a Luigi XVIII, re di Francia, un regolatore a risonanza, che oggi fa parte della collezione del Musée des Arts et Métiers di Parigi, mentre al re d’Inghilterra Giorgio IV (1762-1830), un secondo esemplare che oggi è conservato a Buckingham Palace. Inoltre realizzò per questi due sovrani l’unico modello da tasca basato sulla Risonanza. Un terzo modello proveniente dalla collezione di Henry Graves Jr e suo nipote Pete Fullerton è stato venduto da Christie’s nel 2012 per $4,600,000.
Il passaggio di una soluzione meccanica studiata per un orologio da tasca a uno da polso, come molti sapranno, è tutt’altro che semplice. L’unico a tradurre in chiave moderna e a farne un vero e proprio marchio di fabbrica ciò che Breguet ha realizzato è Monsieur François-Paul Journe. La ricerca della precisione e della perfezione meccanica hanno richiesto svariati anni, nel corso dei quali Journe diede vita a numerosi prototipi che non si rivelarono sempre all’altezza delle sue aspettative.

Sino ad arrivare al primo Chronomètre à Résonance di F.P. Journe, cha debuttato esattamente venti anni fa. La risultante di un lungo lavoro che lo ha portato a vincere una delle più grandi sfide del mondo dell’ orolgeria.

Nel caso dei Chronomètre à Résonance, entrambi i bilancieri sfasati rispettivamente di 180 gradi, e sono montati sulla platina principale con due ponti separati ma molto vicini tra loro. Questa prossimità consente alle onde – o vibrazioni – generate dal movimento dei bilancieri, di muoversi attraverso il metallo della platina principale e influenzare l’oscillazione l’uno dell’altro spostando il suo periodo. Due bilancieri in risonanza tendono a correggere ogni variazione di marcia grazie al cambio di ritmo di uno dei due, rispetto al rallentamento dell’altro. Dopodiché, i due bilancieri tornano a cercare il loro punto di armonia.
Rispetto a quanto constatato da Breguet nel suo orologio da tasca, dove lo scarto non doveva superare i 20 secondi al giorno per non influire sulla risonanza, i Chronomètre di F.P. Journe devono essere regolati entro i cinque secondi al giorno in tutte le sei posizioni di marcia. Ovviamente le spirali dei bilancieri sono spirali libere, ovvero senza la racchetta di regolazione di marcia, per non influenzare il trasferimento di energia e quindi l’effetto della risonanza.
A distanza di 20 anni, F.P.Journe celebra il suo rivoluzionario segnatempo con il nuovo F.P.Journe Chronomètre à Résonance introducendo una serie di innovazioni e varianti al suo Calibro 1499.3 con il nuovo Calibro 1520, alzando ancora una volta l’asticella.

Come ha perfezionato Journe il suo Résonance?
Come detto il Calibro 1520 è l’ultimo arrivato di casa Journe, quindi andiamo ad esaminare i principi e le soluzioni che guidano questo spettacolare movimento. E’ evidente che rispetto al calibro precedente, il bariletto è uno solo e non due, con la corona di carica spostata da ore 12 a ore 2. La corona a ore 5 servirà per resettare i secondi.

La risonanza, unita all’ausilio del Remontoir d’egalitè (Fig. 1) e del differenziale (Fig. 2) posto sotto la ruota centro, contribuiscono non solo a una miglior precisione ma anche per avere meno variazioni di marcia, grazie al mantenimento costante dell’ amplitudine.
Fig. 1 Fig. 2
Mentre il differenziale distribuisce in maniera uniforme l’energia sprigionata dal bariletto ai due treni di ruote, il remontoir d’egalite distribuisce l’energia ricevuta con una forza costante allo scappamento (da qui egalité). Il remontoir non è altro che una piccola molla aggiuntiva che viene caricata a intervalli regolari dalla molla principale.
Questo meccanismo funziona per circa 28 ore delle 42 di riserva di carica. Una volta disattivato, per l’effetto della risonanza i bilancieri oscilleranno in maniera più ampia e a una amplitudine più stabile di un movimento dotato di un solo bilanciere. Se si vorrà riportarlo al “massimo delle prestazioni” si dovrò caricarlo manualmente ogni 24 ore.
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