Ormai in vi sono più dubbi, la pandemia globale COVID-19 ha avuto ed avrà un pesante impatto sul settore dell’alta orologeria. Come avevamo già notato nei mesi scorsi, dopo due mesi consecutivi di calo (-9% a febbraio e -22% a marzo), la Swiss Watch Federation (FHS) ha appena pubblicato le sue statistiche per il mese di aprile 2020 e, come previsto, le esportazioni sono diminuite drasticamente. Certamente un risultato dovuto anche al blocco della produzione, distribuzione e vendita, che ha visto le spedizioni crollare ben dell’81.3%, ovvero una perdita di 328.8 milioni di franchi svizzeri.
Il valore delle esportazioni di orologi svizzeri era già diminuito del 7.5% nel primo trimestre con una perdita di 4.749 milioni di CHF e per il secondo trimestre, come annunciato, era prevista un’accelerazione del calo. La stessa FHS aveva previsto “un probabile peggioramento in aprile” quando pubblicò le statistiche per il mese di marzo 2020.
Ed infine, eccoci qua, con il calo brutale delle esportazioni. In un recente rapporto, Bain & Company stima che le vendite globali del mercato del lusso in generale, dovrebbero crollare dal 20% al 35% nel 2020, a seconda della velocità di ripresa dalla crisi e che, un ritorno ai livelli del 2019 non avverrà prima del 2022 o 2023.
Ma per fortuna le attività commerciali nella Cina continentale stanno riprendendo e con le restrizioni di viaggio globali, i clienti cinesi tendono ad acquistare all’interno del Paese invece di farlo all’estero.
Il futuro del settore del lusso dipende sicuramente dalla ripresa della Cina. Ciò è stato confermato dall’andamento delle esportazioni svizzere di orologi, poiché la Cina è stata l’unico paese a invertire la tendenza in aprile, con una contrazione limitata al 16.1%, rappresentando un terzo delle esportazioni di orologi per il mese.
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