Alla fine dell’800, nel cuore del Giura svizzero, sei artigiani e un 19enne di nome Achille Ditesheim diedero vita a quello che sarebbe diventato uno degli atelier orologieri più signorili del mondo.
Movado significa “sempre in movimento”, nella lingua “Esperanto”, ed è proprio sotto questo aspetto che la maison si è sempre contraddistinta nel XX secolo. I sei artigiani di partenza, in quindici anni diventano più di ottanta, la modesta bottega, all’inizio del nuovo secolo fu una fabbrica attrezzata con linee alimentate a energia elettrica.

Nel 1905 l’azienda assume ufficialmente il nome di Movado e decise di utilizzare come marchio uno dei simboli per me più caratteristici nel mondo dell’orologeria, una mano che stringe, come per mostrarlo, un orologio da taschino.
All’inizio si specializzò su piccoli orologi a bracciale per donna come gran parte delle altre case produttrici dell’epoca. Ma fu nel 1912 che nacque uno dei primi e più importanti orologi di questa grande azienda: il Polyplan. Un orologio che sviluppato su 3 piani per adattarsi alla cassa curva che seguiva la linea del polso.
Per l’epoca fu una vera rivoluzione considerando la difficoltà e la particolarità nel progettarlo e produrlo.

Nel 1925 nasce il Valentino in onore di Rodolfo Valentino, l’attore italiano morto nel 1926 a soli trentun’anni.
Un anno prima della sua tragica scomparsa Movado gli rese omaggio con due orologi: uno da polso e l’altro da taschino. Il Valentino da taschino si distingueva per una caratteristica veramente singolare: aveva una cassa d’argento completamente ricoperta in pelle di serpente.
(Photo by Hulton Archive/Getty Images)
Nel 1926 la maison di La chaux de fonds crea l’Ermeto. Tra i Movado che hanno fatto epoca, ne è il capofila; questo orologio rettangolare da tasca, sviluppato dalla Huguenin Fréres di Le Locle, fu brevettato solo nel 1930. Si caricava aprendo e chiudendo le due parti di un guscio che accoglievano la cassa con movimento e quadrante.
Ne furono prodotte diverse versioni in metallo anche prezioso o in pelle, in quanto al movimento ve ne furono con e senza data e anche con suoneria allarme e certificato di cronometro.

Negli anni ’30 Movado produsse movimenti cronografici al quinto di secondo o con calendario completo. Insieme a Frederic Piguet fu sviluppato un nuovo tipo di movimento con modulo aggiuntivo alla platina, per facilitare sia la costruzione sia le manutenzioni. Nacque quindi il primo calibro modulare in anticipo di circa 40 anni….
In quegli anni nascono inoltre i calibri M90 e M95 rispettivamente a 2 e 3 contatori, fra i movimenti più belli di sempre tra tutte le case di orologeria Svizzera. Movado può essere ricordata per vari primati nel campo dell’orologeria, ma per me l’estetica e la bellezza delle casse, dei quadranti e dei movimenti di questi cronografi lasciano poco spazio a ogni opinabile giudizio.
Nei primi anni 40 nasce un altro orologio rivoluzionario l’M478 semplice calibro cronografico monopulsante con o senza secondina al 6. Estremamente raro da reperire sul mercato oggi giorno in buone condizioni.

Dopo il successo dei cronografi arriva per Movado un’altra grande spinta con la fine della seconda guerra mondiale: il Calendomatic. Nel 1945 nasce infatti il primo automatico e inoltre calendario di casa Movado.

A seguire il calendomatic arriva il Celestograf oggi giorno sempre più raro e ricercato per via della sua peculiarità e bellezza, il calibro 473 calendario e fasi luna.
Risale al ‘47 l’orologio Museum, quello che certamente può ritenersi il simbolo più eloquente dell’azienda tutt’oggi. Venne disegnato da Nathan George Horwitt, un artista formato alla Bauhaus. Il suo quadrante stilizzato e privo di orpelli è universalmente riconosciuto come un’icona della modernità.
Un solo puntino, a ore 12, come simbolo del sole a mezzogiorno, porta la veste rigorosa e di assoluta purezza che ha fatto di Movado non solo una casa di grandi tradizioni orologiere ma anche una delle poche – e soprattutto delle prime – capace di adottare i linguaggi moderni dell’arte e del design.

Negli anni ’60 insieme al marchio minore Mondia, Movado unì le sue forze a quelle di Zenith; entrambi divennero americani acquisiti da Zenith Radio Corporation; (furono prodotti orologi con parti di entrambe le aziende e sul mercato vennero definiti Zenith-Movado), nel 1971 Movado fu ospitata nello stabilimento Zenith a LeLocle.

Nel 1972 la holding fu acquistata da una grossa società americana, la “Zenith Radio Corporation”, in cui la quasi omonimia è del tutto casuale. Prima del 1972 la Zenith Radio pagava alla Zenith Suisse royalties per l’uso del nome Zenith, pur essendo sostanzialmente estranea al settore orologiaio.
Nel giugno del 1978 Zenith e Movado passano nelle mani di un nuovo proprietario svizzero, la Dixi, società i cui azionisti principali sono Paul Castella e Michael J. Pannet.
Rilevata negli anni ’80 da G.Grinberg, dopo un periodo di grigiore già nel gruppo MovadoZenithMondia, ha definitivamente spostato il suo baricentro sul piano commerciale.
A metà degli anni ’80 il gruppo americano fondato da Gerry Grinberg rileva l’azienda. A partire da quel momento, il dialogo con il mondo dell’arte diventa sistematico. Movado presenta orologi disegnati da Andy Warhol e Rosenquist, secondo una formula che si è rivelata efficace: in cinque anni, dal 1983 al 1987, Movado passa da 4 a 50 milioni di dollari di fatturato.
Oggigiorno, come altre Maison di antico lustro, Movado si è malauguratamente inabissata nel mare della banalità, producendo soltanto pezzi dedicati al celebre Museum, rinnegando così l’ingegnosità che ne aveva caratterizzato l’epopea commerciale per oltre mezzo secolo.
Mi auguro che possa presto ripresentare orologi degni del nome che portano e che possano ritornare in “movimento”.
Dove si trova (indirizzo) in Svizzera la fabbrica Mm ovado?
Grazie.