Con l’introduzione della nuova referenza di Omega Speedmaster presentata poche settimane fa, abbiamo pensato di esaminare alcune delle referenze più significative della storia del leggendario Moonwatch. In questo episodio, assieme al collezionista e tecnico orologiaio Karim Marchi, prima di arrivare a soffermarci sui nuovi modelli, faremo un grande salto nel tempo per partire da dove tutto è iniziato, nel 1957, con la nascita della referenza CK2915.

Poteva forse immaginare Louis Brandt quando apri la fabbrica Omega che il suo marchio un giorno nel futuro si sarebbe rispecchiato in un singolo orologiocome simbolo di precisione affidabilità e bellezza a livello mondiale ?
Non lo sapremo mai con certezza, ma quello che sappiamo è che lo Speedmaster di Omega è uno degli orologi più iconici nella storia dell’orologeria, uno strumento nato come cronografo per le gare da corsa automobilistiche, ma che con il tempo è diventato ben più di un semplice oggetto ma un fedele compagno di avventure e di eventi straordinari che hanno segnato il XX secolo.
Speedmaster CK2915 (1957 – 1959)
Lo Speedmaster nasce nel 1957 ad opera del signor Claude Ballot, dipendente di Omega. La prima referenza è la CK 2915 , oggi giorno la più ricercata e forse la più bella tra tutte. Tra le sue peculiarità non riportava la scritta “Professional” sul quadrante e aveva una cassa da 39 mm. Il quadrante era nero con cronografia ad 1/5 di secondo, contatore dei minuti e una ghiera in acciaio con scala tachimetrica. Gli indici delle ore e dei secondi continui sono in bianco e inoltre vi è la particolarità delle sfere “broad arrow”, fino a quel tempo utilizzate su orologi subacquei.

Il movimento manuale che venne utilizzato fu il cal. “27CHRO C12”, conosciuto come Calibro 321 e riproposto con grande entusiasmo da Omega nel 2019. Oggi il CK 2915 è sicuramente l’Omega più costoso e raro sul mercato, basti pensare che solo l’inserto della ghiera vale ben 20’000 euro.

Le quotazioni di questo orologio oscillano tra gli 80’000 e i 100’000 euro in base alle condizioni, alla coevita’ e all’eventuale corredo.
Speedmaster CK2998 (1959 – 1963)
Nel 1959 arriva una nuova referenza la “CK 2998” con una cassa da 40 mm, o-ring ai pulsanti crono e la novità delle sfere “dauphine”. Questo orologio era simile nell’aspetto alla referenza precedente, ma le differenze principali includevano che la lunetta non più in acciaio ma con inserto in alluminio nero, mentre le lancette erano in stile “Alpha” (diverse dalle lancette originali “Broad Arrow”). Omega ha realizzato otto (-1, -2, -3, -4, -5, -6, -61 e -62) diverse versioni della ref. 2998 nel tempo.

Indossato nel 1962 dall’astronauta Walter Schirra, lo Speedmaster ref. CK 2998 è stato il primo OMEGA a raggiungere lo spazio, in occasione della missione “Sigma 7” del programma Mercury. Sebbene l’orologio fosse stato acquistato da Schirra per semplice uso personale, due anni e mezzo più tardi la NASA ne certificò ufficialmente l’idoneità per tutte le missioni con equipaggio, facendo entrare lo Speedmaster nella storia.

Speedmaster ST105.003 (1964 – 1969)
La referenza 105.003 occupa un posto speciale nella storia dello Speedmastere ed era la stessa referenza che subì i rigorosi test della NASA alla fine del 1964 e alla fine fu approvato il 1 ° marzo 1965.

Tra i tanti orologi selezionati, solo lo Speedmaster superò il primo test indenne, tanto che ne vennero acquistati altri due per vedere se si comportavano altrettanto bene. Si trattava degli astronauti Grissom e Young, decollati il 23 marzo 1965.
“Si è proceduto a prove di funzionamento e ambientazione spaziale su tre cronografi Omega che, visti i risultati conseguiti, sono stati omologati e consegnati ai tre membri dell’equipaggio GT-3″”
Il 29 settembre 1964 la NASA acquista 12 Omega Speedmaster , per un prezzo di 82,50$ a unità, per sottoporli a test e valutazione. Da quel momento iniziarono una serie di prove, volte a verificare la resistenza di un campione più vasto di Speedmaster .

Anche il secondo lotto di Speedmaster si comporta bene. Omega (nell’aprile 1966) viene informata dell’accaduto e utilizza la vocazione spaziale dello Speedmaster per la sua pubblicità e questo urta la sensibilità di un produttore americano, il quale esercita pressioni sulla NASA sostenendo l’importanza dell’industria nazionale.
Le pressioni furono tali che il direttore amministrativo della NASA, fu costretto a spiegare le ragioni della scelta di una udienza al Senato degli Stati Uniti. I senatori,preferirono dare agli astronauti un cronografo di qualità, con buona pace della produzione nazionale.
Era anche l’orologio preferito da molti astronauti nelle missioni Gemini, da cui il suo soprannome “Ed White” per il primo astronauta che camminava nello spazio.
Stilisticamente, la referenza 105.003 si distingue anche come l’ultimo dei modelli Speedmaster “Pre-Professional”, e quindi l’ultimo con anse dritte.

Speedmaster ST105.012 ‘Pre-Moon’ (1964 – 1969)
Nel 1963, con la nuova referenza ST105.012, viene adottata una nuova forma asimmetrica per la cassa, adatta ad offrire una protezione alla corona ed ai pulsanti crono per risolvere un importante problema che i modelli del passato subivano. La scritta “Professional” a seguito di Omega e Speedmaster venne inserita nel 1966.

La motivazione che ha portato Omega a variare la forma della cassa, abbandonando le più eleganti e convenzionali anse dritte, risiede nel fatto che gli astronauti della NASA prima di diventare tali, erano soldati ben addestrati provenienti principalmente dalla United States Air Force e mentre si paracadutavano durante esercitazioni in volo l’orologio rimaneva impigliato nei fili del paracadute quando si apriva per via dei pulsanti e della corona troppo sporgenti.

Speedmaster ST145.022 (1969 – 1982)
Nel 1968, nella ref. ST 145.022, il calibro 321 (prodotto in 40.800 esemplari con un seriale che arriva fino a 26,4 milioni) viene sostituito dal calibro 861. Questi Speedmaster sono considerati di transizione perché dotati un quadrante molto simile nell’aspetto alla referenza precedente, con logo Omega applicato, ref. 145.012, ma equipaggiati del nuovo calibro.

Un’altra importante introduzione è l’utilizzo della lancetta dei secondi con coda piatta, che sarà usata per tutte le referenze successive fino all’ultima versione introdotta nel 2021.
In seguito lo Speedmaster, sempre equipaggiato col calibro 861, è stato oggetto di modifiche prettamente stilistiche: dal 1981 con la referenza 145.0022, in produzione sino al 1988; nel 1988 con la referenza 3590.50 in produzione fino al 1996. Successivamente troviamo la referenza “transizionale” 3570.50, anno di introduzione del nuovo calibro 1861 per lasciare poi spazio alla 311.30.42.30.01.005, referenza affiancata dal modello con doppio vetro zaffiro.
Il nuovo Speedmaster Moonwatch Co-Axial Master Chronometer
Dopo circa 30 anni, Omega ha presentato nel 2021 la nuova referenza di Speedmaster Moonwatch, aggiornata in ogni dettaglio. Possiamo parlare di un vero restyling conservativo, che tuttavia introduce due importanti novità: il nuovo calibro 3861 con scappamento Co-Axial e certificazione Master Chronometer; un nuovo bracciale che attinge alle referenze passate – molto simile a quello montato sul 145022-69 con bracciale ref. 1116/575 – con una nuova chiusura.

Anche il quadrante, rispetto alla precedente versione, ha subito delle piccole modifiche come il gradino esterno che da vita a quello che i collezionisti chiamano “Step dial“, il doppio fondo cassa smussato e il famoso punto oltre 90 (DON) e un punto diagonale a 70 sul disco della lunetta in alluminio anodizzato. La minuteria è ora divisa in 3 divisioni, a differenza delle 5 divisioni dei modelli precedenti.
Il cuore dello Speedmaster
I calibri che hanno equipaggiato gli Omega Speedmaster in acciaio a fondo pieno sono stati:
- Calibro 321 dal 1957 al 1969
- Calibro 861 dal 1968 al 1997
- Calibro 1861 dal 1997 al 2020
- Calibro 3861 dal 2021

La realizzazione di questo speciale ha richiesto un grande lavoro di squadra. Vorremmo ringraziare Karim Marchi @karim.watchmaker e @MasterOfSpeed per il tempo dedicatoci e per averci concesso di poter ammirare alcuni dei loro esemplari di Speedmaster. Un grazie anche ai nostri amici di OMEGA Italia per il loro prezioso supporto.
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