Alzi la mano chi non avrebbe voluto immedesimarsi, anche solo per un attimo, nei panni di Steve McQueen e del ricchissimo ladro gentiluomo Thomas Crown? Il Caso Thomas Crown, non è semplicemente un film, è la fotografia di un mondo, di un’ epoca sicuramente affascinante come quella degli anni ’60. A partire dai protagonisti del calibro di Steve McQueen e la seducente Faye Dunaway, questo classico del cinema ha influenzato lo stile e l’immaginazione di molti tra cui fashion designers del calibro di Ralph Lauren.

Steve McQueen interpreta un ricco uomo d’affari che allevia la sua noia assumendo una banda per mettere in scena un’audace serie di ingegnose rapine. Faye Dunaway interpreta l’investigatore assicurativo inviato per risolvere i crimini. I due diventano complici cercando tuttavia di ostacolarsi a vicenda. L’affare Thomas Crown è stato particolarmente notato per la chimica tra McQueen e Dunaway. Ci sono diversi momenti memorabili diventati cult, inclusa una partita a scacchi con allusioni più o meno esplicite oppure il bel giro sulla più cool delle buggy, la Meyers Manx guidata sulla spiaggia di Crane Beach.

Il regista Norman Jewison ha fatto un uso creativo delle immagini a schermo diviso, che all’epoca era un’innovazione. Persino la canzone utilizzata nel corso del film “The Windmills of Your Mind” è stata vincitrice dell’Oscar. “Il caso Thomas Crown” è noto anche per la sua produzione elegante in grado di soddisfare i palati raffinati in fatto di sartoria, di design, di auto d’epoca e .. di orologi.
PATEK PHILIPPE, JAEGER LECOULTRE E CARTIER..GLI OROLOGI DI THOMAS CROWN
Partiamo dall’orologio da taschino in oro di Patek Philippe con numeri “Breguet”, indossato nel panciotto del suo abito a tre pezzi grigio in Principe di Galles.


Un altro orologio indossato nel corso di “Thomas Crown” è il Jaeger LeCoultre Memovox personale di Steve McQueen. Orologio che è stato immortalato al polso dell’attore anche nelle immagini che lo ritraggono lontano dai riflettori. Dopo il Reverso, il Memovox è probabilmente il secondo orologio da polso vintage più riconoscibile reso popolare dalla manifattura. Il design è di per se molto accattivante per l’epoca in cui è nato, grazie alla presenza della doppia corona, ma la vera raffinatezza è la funzione di allarme che era non solo lungimirante, ma anche incredibilmente utile.

E’ difficile che in una pellicola compaia più di un orologio al polso del suo protagonista, ma stiamo parlando di Steve McQueen in uno dei film più cool di sempre! Non stupirà quindi se, a proposito di stile, Thomas Crown indossi nientemeno che un Cartier .. e non un Cartier qualunque.

Attenzione, perché la prima impressione potrebbe ingannare e indurvi a pensare a un Cartier Tank Cintrée in oro. Niente di più facile. Invece, l’orologio che elegantemente sbuca dal polsino di Steve McQueen è un raro Tank Allongée placcato oro 18ct., a carica manuale (ETA 2541) destinato al mercato americano e prodotto da Cartier New York a cavallo degli anni ’60 e ’70.

A conferma di questo, vi è anche il parere di un massimo esperto come Harry Fane, importante watch dealer specializzato in Cartier vintage, il quale in un’intervista a GQ afferma “L’orologio che indossa McQueen è stato realizzato a New York alla fine degli anni ’60 o all’inizio degli anni ’70 ed è piuttosto modificato, non come quelli degli anni ’20. E’ un modello un po’ più sottile e forse un millimetro o due più lungo“.

Anche dalla scelta fatta nei segnatempo da far indossare a McQueen, si vede l’occhio raffinato che accompagna ogni aspetto de “Il caso Thomas Crown”. La pertinenza è un aspetto chiave e usata in maniera sartoriale. Tutto è perfettamente al proprio posto. Forse la cosa che manca di più in questo film è la narrativa, il che lo rende sempre piacevole da guardare per tuffarsi in un mondo dalla forte estetica “Old Money”, ma poco stimolante per gli sviluppi del racconto. Il regista Norman Jewison ha fatto un uso creativo delle immagini a schermo diviso, che all’epoca era un’innovazione… ma alla lunga si sono rivelate un po’ sterili.
Ad ogni modo, vista l’influenza che ha avuto e ha tuttora questa pellicola direi che possiamo perdonarglielo, soprattutto di questi tempi dove il cinema sembra aver esaurito l’originalità di un tempo.
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